La funzione del colore nella taranta

La funzione del colore nella pizzica è notevole. Una delle componenti del rituale indiavolato che si scatenava intorno alle tarantolate era infatti la presenza di diversi fazzoletti o stracci di stoffa variamente colorata che facevano parte della coreografia del ballo.

Ma i colori non avevano solo una funzione estetica, ma erano uno degli strumenti principe del tentativo di esorcizzare il male dal corpo della vittima.

Una delle tradizioni popolari più conosciute riguardo alle tarantolate è il fatto che essere sembrano essere particolarmente sensibili ai colori, tanto da gettarsi addosso a coloro che avessero indossato un indumento o portassero una stoffa di un colore che poteva scatenare nella tarantolata una immediata reazione, in genere di carattere aggressivo.

E’ per questo motivo che anche nel momento del rituale intorno alla donna da esorcizzare si dispongano tutta una serie di nastri e stoffe colorate: vuole la tradizione infatti che qualora si riesca ad individuare il colore che fa agitare la malata si possa stracciare il pezzetto di stoffa corrispondente, contribuendo in questo modo ad alleviare il malessere o addirittura, in concomitanza con la musica a farlo sparire, almeno fino all’anno successivo, quando immancabilmente il male si ripresenterà.

E’ questo un altro dei motivi per cui gli studiosi della pizzica e del rito delle tarantolate sono così convinti che essa abbia origini ancestrali, perchè colori e musica sono stati da tempo immemore i fondamentali supporti di molta parte degli antichi riti pagani, e, psicologicamente, gli stimoli più intensi dei nostri sensi più importanti, la vista e l’udito.

Elementi pagani nel tarantismo

Fenomeno socio-culturale tipico del territorio salentino, affonda le proprie radici nel lontano passato. Alcune testimonianze fanno risalire le prime manifestazioni al Medioevo ma sembra che in realtà faccia parte di un’antica credenza popolare del mondo rurale, presente anche nella cultura greca e latina.

Legato ad un antico rituale pagano, si è poi integrato con elementi cristiani. Durante tutto il periodo della cristianizzazione e l’eliminazione (laddove possibile) di ogni influenza pagana nel mondo contadino, la Chiesa ha cercato di inglobare rituali e credenze pagane sostituendole con quelle cristiane.

Il ragno (ed assieme ad esso il serpente) fa parte di una cultura matriarcale, rappresentante il simbolo sessuale. Il serpente, come elemento del male, verrà subito integrato nella cultura cristiana come personificazione stessa del male; è uno dei tanti travestimenti del principe delle tenebre: Satana. Questi, dopo essere stato cacciato dal paradiso terrestre per aver osato opporsi a Dio, torna per tentare Eva e portarla sulla strada della disobbedienza, dimostrando il suo poter e la sua forza sugli uomini. La figura del serpente come simbolo fallico rimarrà anche negli annali della psicanalisi, simbolo inconscio di voluttà e desideri proibiti.

Il ragno sarà invece legato alla cultura popolare, simbolo della terra madre che riaffiora, che tesse la rete della vita. Il Cristianesimo non riuscirà a soffocare questo ricordo di una società matriarcale in cui il femminino non è stato ancora soppresso dal potere maschile. Nel rituale del tarantismo, il ragno pizzicherà di preferenza le donne, espressione di una realtà femminina che non è stata del tutto cancellata dal dominio patriarcale.

In questo rito il ragno pizzica la donna da sotto le vesti mentre lei, nei campi, raccoglie le spighe di grano. Questo morso lascerà nel sangue della donna un veleno pericoloso chela porterà in una fase di alterazione psichica, in una forma di trance, che indurrà nella pizzicata atteggiamenti e comportamenti non coscienti. Il muoversi spasmodico degli arti, la disinibizione assoluta provocata dal veleno della tarantola, fungono da giustificazione per comportamenti provocatori e sessuali, senza che lei possa esserne causa consapevole. È, dunque, la rivalsa del femminino che si riappropria della propria sessualità e dei propri istinti annullando ogni forma di condizionamento sociale e culturale, svincolando la sessualità della donna e rendendola libera. La Chiesa permetterà questo rituale facendo in modo che la sua fine (la liberazione della ragazza dalla possessione demoniaca) avvenga per mano di Santa Madre Chiesa attraverso al figura di San Paolo, elemento cristiano che annullerà il potere pagano del ragno. La Santità Cristiana ottiene,così, rivalsa sul mito pagano.