La pizzica a Napoli

La pizzica potrebbe rappresentare per il Salento quello che la tarantella rappresenta per Napoli: questa forma musicale che trova le proprie origini nei campi è diventata il simobolo di una Terra che stava per essere dimenticata.

La tarantella di Napoli conserva oggi una tradizione viva, assidua ed autentica del ballo: sono infatti in corso processi di profonda trasformazione delle forme tradizionali, per i radicali mutamenti dei modelli di vita nelle comunità attuali. La maggior parte dei repertori di tarantella consiste in balli di coppia non necessariamente uomo-donna, ed esistono forme a quattro persone, in cerchio e processionali; da questo punto di vista dunque ricorda molto la pizzica.

Come la tarantella napoletana, la pizzica salentina ha giovani praticanti che sostengono questa musica con passione. Oggi il ritmo, la musica ed i colori della Pizzica Pizzica in tutte le sue forme, sono stati ripresi con successo dalle fasce giovanili, tralasciandone l’aspetto religioso e superstizioso, vivendo di vita propria e valicando i confini salentini. La Notte della Taranta è la principale manifestazione di valorizzazione della pizzica e di promozione del territorio perché questo festival consente ai turisti di conoscere il Salento.

La notte della Taranta

Negli ultimi anni si assiste ad una entusiasta riscoperta del valore dei balli tradizionali.
Ma a volte, in assenza di validi esperti, di studi specifici e di documenti visivi, si tende a fare di balli dalle antichi tradizioni, dei balletti moderni e folkloristici che svuotano di funzioni proprie il ballo e vi aggiungono forme e finalità nuove.

Le origini dei due generi musicali, pizzica e tarantella, sono comuni.
Talvolta sembra non esserci più nessun dubbio che il termine “tarantella” sia il semplice diminutivo di “taranta”, parola che in quasi tutti i dialetti meridionali indica il ragno “tarantola”. Il nome del ballo dunque conduce direttamente al rituale di terapia del tarantismo, in cui la persona pizzicata dalla tarantola poteva guarire solo se sottoposta a suoni particolari, nell’intimità della propria camera da letto, per cui cominciava a danzare freneticamente per scacciare il veleno.
Le prime fonti che parlano di tarantella risalgono, secondo le conoscenze attuali , al XVII secolo e sono fonti musicali legate alla cura del morso della tarantola; ben più antiche sono le trattazioni mediche sul fenomeno epidemico e terapeurico.
Viene dunque meno il luogo comune per cui la danza popolare come una pizzica o una tarantella, sia essenzialmente una danza erotica e di corteggiamento.

Nei mesi estivi si assiste spostamenti di giovani, che si recano al sud per immergersi in pizziche e tarantelle di massa. Così per molti giovani, pieni di entusiasmo e di voglia di conoscere le danze e le tradizioni meridionali, hanno per modello di riferimento altri coetanei, e le danze si propagano portando avanti tradizioni antiche.

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