Se vuoi conoscere la pizzica pizzica scegli un appartamento in Puglia

La pizzica, un ballo tradizionale originario delle regioni meridionali dell’Italia ma che in Salento ha il suo punto focale per eccellenza, è stata protagonista in questi ultimi decenni di una riscoperta da parte soprattutto delle nuove generazioni, che hanno saputo riportare in auge un patrimonio musicale e culturale altrimenti destinato a scomparire se non nei racconti e nelle testimonianze degli storici e degli scrittori.

Quale sia il motivo di questo rinato interesse per questo aspetto così saliente dell’antica cultura pastorale e contadina è chiaro a chiunque si accosti per la prima volta all’affascinante spettacolo di questa danza indiavolata e frenetica, accompagnata dai suoni ipnotici e rapidissimi di strumenti popolari, tra i quali primeggiano sicuramente il tamburello, il flauto e la fisarmonica.

La pizzica
La pizzica

Nata dalle antiche musiche utilizzate come terapia per curare le cosiddette “tarantolate” il ballo che accompagna la pizzica è oggi apprezzato e praticato da tanti giovani e giovanissimi, che ritrovano nella frenesia di questa danza antichissima molte analogie con gli indiavolati ritmi della musica moderna.

Al punto che i tanti eventi tradizionali ma anche i festival dedicati proprio a questo ballo come la celebre Notte della Taranta sono oggi appuntamenti imperdibili non solo per i giovani salentini ma anche per tantissimi coetanei italiani e stranieri, che a Melpignano, nella seconda metà di agosto si danno appuntamento per seguire i musicanti storici della pizzica, i nuovi gruppi emergenti ed anche i tanti artisti e musicisti stranieri di fama internazionale che hanno nel corso dei dieci anni di vita del festival tributato omaggi ed onori a questo aspetto saliente della tradizione popolare salentina.

Un’occasione in più, oltre allo splendido panorama artistico, paesaggistico ed architettonico, per decidere di regalarsi una vacanza in Salento. Per conoscere la pizzica a fondo, e perdersi nella frenetica euforia che provoca questo ballo e la musica che lo accompagna non c’è nulla di meglio dunque che progettare unavacanza in Puglia in un appartamento , regione che ha molto da offrire ai suoi visitatori.

Tantissime le opportunità di pernottamento e di sistemazione nella regione, a partire dagli hotel e pensioni, fino agli agriturismi, ai bed&breakfast ed alla case vacanze ed appartamenti, diventati sempre più numerosi mano a mano che è cresciuto l’interesse per questo splendido territorio.

Ed in Puglia è proprio il Salento ad essere il vero cuore pulsante di questa affascinante tradizione culturale, perchè è proprio qui che le popolazioni locali hanno saputo conservare meglio questo tratto genuino dell’antica cultura agricola pastorale.

Cittadine fantastiche, opere d’arte, sublimi paesaggi costieri, cibo buono e genuino, il Salento rappresenta la meta ideale per chi è alla ricerca di vacanze all’insegna del piacere e del fascino della riscoperta di un territorio dove sembrano coniugarsi nella più assoluta armonia il senso della tradizione con le esigenze della modernità.

Video di Pizzica e tarantella salentina

La pizzica e la tarantella salentina sono diventati un fenomeno culturale e di costume degno delle pagine di studiosi e storici solo a partire dagli anni ’60.

Prima di allora, sebbene diffusissima e praticata nella tradizione culturale contadina del Salento, questo ballo, nato e diffusosi in parallelo con un altro fenomeno antichissimo, quello delle “tarantolate” questo ballo e la musica che lo accompagna erano dai più considerati come una sorta di retaggio culturale d’altri tempi, una tradizione ormai destinata a scomparire con il sopraggiungere della modernità e dei suoi costumi.

Invece, grazie allo sforzo di ricercatori ed antropologi, ma anche grazie ad un diffuso interesse dei giovani, la pizzica è stata al centro di un movimento di riscoperta, che ha saputo far rinascere l’interesse per un tratto distintivo ed imperdibile delle antiche culture locali. Riscoperta che si è evoluta in diverse direzioni, da un lato andando a scoprire e ritrovare gli anziani artisti, che per secoli sono stati coloro che hanno tramandato, molto spesso solo per via orale, le tecniche musicali e le sonorità tipiche di questa musica.

Dall’altro lato andando a far crescere un vivaio di giovani musicisti e di danzatori che hanno saputo ridestare l’interesse per questa musica nei loro coetanei. Si è così tanto allargata la fama e la popolarità della pizzica che oggi sono tantissime le iniziative che fioriscono intorno ad essa, dai festival celebri come La Notte della Taranta di Melpignano alle sagre locali ai tanti concerti, registrazioni musicali e performance che ormai hanno di gran lunga superato gli stretti confini della regione per quanto riguarda l’apprezzamento ed il seguito.

Uno dei modi migliori di vivere e conoscere a fondo la pizzica e la sua cultura è sicuramente quello di recarsi di persona nel Salento, un’occasione d’oro anche per trascorrere indimenticabili vacanze tra splendidi panorami costieri e città d’arte imperdibili.

Ma per chi non potesse proprio, almeno per il momento, regalarsi una vacanza in Salento, la diffusione di Internet permetterà di avere tantissimo materiale a disposizione per poter gettare uno sguardo su questo mondo culturale così frenetico e vitale. Tantissime le opportunità per esempio di trovare video sui maggiori siti di videosharing, YouTube in testa, dove appassionati videomaker, professionisti o dilettanti ci regalano tante immagini per assaporare la solarità e la magia di queste tradizioni antichissime.

Tra i tanti video presenti si può segnalare questo, che offre oltre ad un’accurata rappresentazione del ballo anche il suggestivo panorama di strade e cortili tipici del Salento.

Suggestivo anche un altro video, con due belle ballerine che ballano sulla spiaggia in una bella atmosfera di tramonto sul mare con sullo sfondo una delle tante torri di guardia della costa pugliese.

Tantissimi i video dedicati alla celebre Notte della Taranta, tra le quali l’edizione più gettonata ad una prima esplorazione su YouTube è stata quella del 2007 che ha visto la presenza nella piccola piazza di Melpignano di più di 100.000 persone.

Tra i video disponibili anche le versioni della pizzica di San Vito, e quella, altrettanto nota agli appassionati della “danza delle spade”.

https://www.youtube.com/watch?v=m6M8Jv9jEw0&feature=related

La serata delle Sorgenti a Torre Vado interamente dedicata alla Pizzica

Una località amata e conosciuta da tutti gli abitanti di Torre Vado, Le Sorgenti, è uno dei tanti spettacolari angoli del Salento che val proprio l’occasione di conoscere per chi ha deciso di recarsi in questa splendida sub-regione pugliese durante l’estate per trascorrervi indimenticabili vacanze.

Appena oltre il litorale sabbioso, là dove comincia una linea di basse scogliere, Le Sorgenti sono da sempre un appuntamento immancabile per la popolazione locale, attirata qui dalla dolcezza e freschezza delle acque, che sgorgano da una fonte sotterranea di acqua dolce. Un fenomeno comune nel territorio pugliese a causa della conformazione calcarea del suo substrato roccioso, che permette l’infiltrazione dell’acqua piovana nel sottosuolo, dove questa corre per decine, a volte centinaia di chilometri prima di risalire in superficie.

Una località, Le Sorgenti dove i visitatori potranno ammirare un panorama naturalistico incontaminato anche se molto vissuto.

Particolarmente amata dai pescatori, perchè qui, a causa del miscelarsi delle acque dolci e salate, si danno raduno tantissime specie di pesci e di altre creature marine.

Nel 2009 Le Sorgenti sono state al centro di un aspro dibattito che vedeva contrapposti gli interessi di un impresa turistica che qui voleva impiantare una stazione balneare e quelli della popolazione locale, che invece sosteneva che questo tratto di costa fosse da mantenere intatto nelle sue caratteristiche, libero ed a disposizione di tutti. Un dibattito questo che di recente ha investito anche altri tratti di costa salentina.

Il problema infatti è che il Salento, solo da pochi decenni diventato uno dei luoghi più gettonati delle vacanze sul territorio italiano, è esposto al forte rischio di una urbanizzazione e privatizzazione forzata per alimentare l’industria turistica crescente, con il rischio però che questo si traduca nel deturpamento di tratti di territorio naturali ed incontaminati. Porto Badisco, la Baia dei Turchi di Otranto sono solo alcuni dei luoghi dove in anni recenti si sono verificati casi analoghi.

Ritrovarsi tutti insieme alle Sorgenti quindi è stata una risposta della popolazione, una richiesta alle amministrazioni pubbliche che non si sacrificassero all’interesse economico privato luoghi e coste fino ad oggi fruibili liberamente da tutti.

Significativo, anche simbolicamente, che le manifestazioni in difesa delle Sorgenti siano state accompagnate dalle musiche locali, in primo luogo della pizzica, che sa esprimere al meglio il profondo legame che lega i salentini al loro territorio ed alle loro tradizioni.

Così come la pizzica è stata riscoperta e rivalutata nei suoi aspetti di tratto culturale distintivo di una popolazione, così il territorio dove da millenni le note frenetiche ed aspre della pizzica hanno risuonato va anch’esso rivalutato e riscoperto, ma preservandone intatte le caratteristiche e le bellezze, senza perciò che fama e notorietà ne possano in qualche modo compromettere la genuinità.

Ecco qui alcuni video delle serate dedicate alla pizzica svoltesi alle Sorgenti di Torre Vado:

I Corsi di Pizzica dove trovarli

Come tutte la tradizioni popolari, anche la pizzica e la tarantella salentina hanno vissuto, nel corso della loro lunghissima ed antichissima storia, tante vicende da raccontare. La pizzica in particolare è nata e si è sviluppata da un fenomeno religioso e terapeutico fin da prima dell’era cristiana, ai tempi in cui sul territorio italiano si adoravano ancora dei pagani e si seguivano tradizioni culturali strettamente legate ai ritmi della vita contadina.

In particolare la musica ipnotica ed il ritmo frenetico della pizzica per molti versi ricorda certe musiche e certe danze pagane che avevano una precisa funzione esorcistica, perchè veniva utilizzata come cura per le cosiddette “tarantolate” quelle donne affette da una sorta di malessere psicologico ed esistenziale che nelle sue manifestazioni sintomatiche si esprimeva in forme molto simili alle convulsioni isteriche ed alla pazzia.

In antichità si riteneva che la causa di questa forma di “pazzia” fosse da attribuirsi alla puntura di un ragno molto comune nelle campagne dell’Italia meridionale, la tarantola, e che le convulsioni e la perdita di conoscenza delle donne fosse il segno di una forma di avvelenamento causato dal morso del ragno.

In realtà studi più moderni hanno evidenziato come quello della puntura del ragno fosse in realtà un tratto leggendario, e che la sintomatologia delle tarantolate fosse in realtà da attribuirsi a manifestazioni molto drammatiche di disagio soprattutto della popolazione femminile, così subalterna e sottomessa nella cultura contadina di un tempo. Oggi la pratica dell’esorcismo del morso della tarantola attraverso la danza è quasi scomparsa, sebbene rimangano ancora esempi di questo suo utilizzo.

Se la pratica terapeutica legata alla pizzica va via via scemando, è in forte crescita la passione per questa musica ed alle danze ad essa correlate.

Al Sud Italia tarantelle e pizzica sono ancora amate e praticate dalla popolazione in maniera massiccia, mentre nelle città settentrionali la pratica è molto meno diffusa, sebbene la presenza di molti immigrati provenienti dal meridione ha fatto si che non sia più così raro scoprire anche qui qualche gruppo di appassionati.

Al punto che sono sempre di più le possibilità per chi volesse accostarsi a questa antica tradizione di poter frequentare corsi di pizzica dove apprendere i primi rudimenti della danza e conoscere a fondo le modalità con cui questa si esprime.

Naturalmente nella terra della pizzica, il Salentocorsi e lezioni di pizzica sono numerose, disponibili sia nelle cittadine più grandi ed anche nei paesi, ma una breve ricerca sulla rete farà la sorpresa di curiosi ed appassionati nello scoprire come in diverse città italiane siano tantissime le opportunità di cimentarsi con le aspre sonorità di questo antico ballo.

Spesso i corsi hanno un’impostazione moto generica, comprendendo nello stesso ciclo di lezioni sia l’apprendimento della pizzica, la danza specificamente salentina, alla quale si accosta la conoscenza e l’apprendimento di altri analoghi balli diffusi in tutta l’Italia Meridionale, come la tarantella o la tammuriata.

La Notte della Taranta a Meplignano

La pizzica è un ballo che affonda le sue radici in tempi molto remoti. Deriva da quella che un tempo era uno degli strumenti terapeutici utilizzati per curare le “tarantolate” le donne, e più raramente gli uomini, che manifestavano sintomi come convulsioni, perdita di conoscenza e malessere generale che si riteneva fossero stati causati dal morso della tarantola, un piccolo ragno assai diffuso nelle campagne dell’Italia Meridionale.ù

Studi recenti hanno messo in dubbio che la puntura dell’insetto potesse effettivamente provocare il male, ritenendo piuttosto quest’ultimo come una manifestazione di malessere sociale che andava a colpire soprattutto le donne, le cui condizioni di vita nella cultura contadina erano caratterizzate da subalternità e sottomissione.

Una sublimazione di un malessere esistenziale insomma, che invece che prendere la strada dell’isteria o di problema psichiatrico si manifestava con tipiche manifestazioni che ai tempi facevano apparire la persona colpita dal male come “posseduta” dal veleno del ragno.

La danza ipnotica e selvaggia della pizzica aveva la funzione di esorcizzare il male attraverso movimenti sempre più rapidi e frenetici della malata, che, attorniata dal gruppo di suonatori si abbandonava alla danza fino al punto di perdere conoscenza.

La dimensione terapeutica e curativa della pizzica sono pian piano scomparse, ed oggi sono sempre di meno le persone che la utilizzano in chiave medica. Ma resta intatto il fascino e la bellezza di una musica ipnotica e frenetica, che ha fatto breccia soprattutto nel cuore e nelle menti dei giovani, che, soprattutto in Salento, hanno imparato ad apprezzare ed hanno saputo recuperare una tradizione culturale e musicale che rischiava di scomparire.

Esempio eclatante di questo recupero è sicuramente il festival che si tiene ogni anno a Melpignano, La Notte della Taranta, quest’anno giunto alla sua decima edizione. Un festival che, partito in sordina è diventato in poco tempo uno degli eventi più importanti dal punto di vista musicale sociale e culturale per il territorio salentino. Non solo per il recupero della tradizione popolare, ma anche per le contaminazioni e le innovazioni che il rinato interesse per la pizzica ha conosciuto nel corso dell’ultimo decennio.

Artisti di fama internazionale sono stati così coinvolti nella manifestazione, diventata oggi una delle eccellenze dell’estate salentina, accanto agli altri elementi di attrazione che hanno fatto del Salento una regione sempre più apprezzata come meta delle proprie vacanze.

Una delle tante ragioni in più per visitare il Salento e per vivere la splendida regione pugliese quindi, non solo per le sue bellezze naturali artistiche ed architettoniche ma anche per ammirare cultura e tradizioni di sicuro interesse e fascino.

Sono sempre di più ogni anno i frequentatori del festival, un appuntamento da non perdere per una vacanza indimenticabile in Salento.

Artisti e gruppi del Salento di Pizzica

La pizzica, la celebre danza popolare salentina, accompagnata dal suono frenetico di tamburelli ed organetti, violini e flauti, ha una tradizione antichissima, che la fa risalire a riti ed usanze religiose e culturali dell’era pre-cristiana.

Una danza che ha tutti i connotati di un rito d’altri tempi: la musica frenetica ipnotica e ripetitiva, la magia del ballo che comprende forti richiami simbolici ad un mondo culturale contadino.

Ed in più anche la componente esorcistica, nel fatto che deriva da una danza che un tempo aveva la funzione di curare le cosiddette “tarantolate”, quelle donne affette da uno stato di malessere generale che le faceva cadere in trance oppure a comportamenti provocatori e a forme di “pazzia” che la popolazione locale pensavano essere causate dal morso di un piccolo ragno presente nelle campagne meridionali.

Nel corso del tempo, via via che la tradizione curativa della pizzica veniva meno, la popolazione non ha smesso di tramandarsi le danze e la musica della pizzica, trasformandole però in un tratto distintivo del folklore locale.

E’ stato questo il motivo principale per cui la pizzica è riuscita ad arrivare fino ai nostri giorni, ed a stimolare intorno a se un accresciuto interesse, che ha visti protagonisti soprattutto i giovani, che come artisti o ricercatori, studenti o musicisti, si sono impegnati a recuperare l’antica tradizione, andando direttamente a cercare quei pochi musicisti anziani che avevano ancora un ricco repertorio da tramandare, e proponendo essi stessi la pizzica non più solo come semplice ricordo folkloristico del passato ma come un vero e proprio tratto culturale distintivo della regione salentina.

E questo ha anche significato la nascita spontanea di tanti gruppi di giovani musicisti che hanno voluto recuperare il repertorio della pizzica e riproporlo nelle piazze, nelle strade e nelle sale da concerto. Ben presto, da fenomeno per pochi appassionati, la pizzica si è rivelata capace di ammaliare sempre più persone, fino a diventare un appuntamento immancabile di sagre e feste, ed a cui vengono dedicati seguitissimi festival, come la celebre Notte della Taranta che si tiene ogni anno a Melpignano, un piccolo centro salentino che ospita per l’occasione migliaia di persone avvolte dalla musica e dalle danze.

Artisti e musicisti che non solo hanno attinto a piene mani dal repertorio classico, ma hanno ance saputo sperimentare contaminazioni inedite ed originali, miscelando alle musiche tradizionali ritmi e sonorità provenienti da altri mondi culturali e musicali, talvolta, con ottimi risultati.

Tanti i gruppi, e difficile citarli tutti, I Tamburellisti di Torrepaduli sono conosciutissimi per il lavoro di divulgazione culturale del mito delle tarantolate, oltre che ottimi ed attivissimi musicisti. Lu Rusciu Nosciu, un gruppo di giovani che ha voluto contrapporre la bellezza della musica e della tradizione della pizzica ad un presente troppo frenetico ed innaturale come quello dei tempi moderni, riproponendo la tradizione della pizzica come un antidoto al veleno della vita contemporanea.

Analoga riproposta della pizzica come “cura” dai mali della vita moderna anche nel programma costitutivo di un altro gruppo conosciutissimo, Alla Bua, formatosi proprio sulle strade dove da tempo immemore si balla la pizzica nelle feste di paese.

Officina Zoè, un gruppo, anch’esso di giovani, che ha voluto esplorare a fondo il magico mondo della pizzica-pizzica, la danza popolare salentina che ha legami fortissimi con l’antica tradizione musicale del Salento.

Gli Avleddha, che cantano in grecanico, e Aria Frisca sono altri gruppi di musicisti che alla pizzica si sono dedicati con passione. Molto spesso, a fianco del progetto musicale, i gruppi propongono una frenetica attività divulgativa della tradizione della pizzica e delle sue tante valenze culturali e sociali per il territorio.

Testi canzoni di Pizzica Salentina

La pizzica, nata e diffusa in epoca precristiana come ballo per esorcizzare le donne “tarantolate” ovvero preda di un malessere che si riteneva provocato dal veleno trasmesso dal morso di un piccolo ragno della famiglia delle tarantole molto comune e diffuso nelle campagne dell’Italia Meridionale, è oggi protagonista di una vivace riscoperta che, partita dal rinato interesse del pubblico giovanile, ha via via attirato a se sempre più curiosi ed appassionati.

La bellezza e l’eleganza, l’asprezza e la frenesia di questa antica musica popolare non è quindi stata perduta, come in molti, storici ed antropologi avevano temuto nel recente passato. Certo la riscoperta della pizzica ha perso quell’aspetto legato più propriamente alle funzioni terapeutiche e magiche della danza, tuttavia la rinata passione per questa porta con se molti aspetti davvero interessanti ed affascinanti.

Tantissimi i ricercatori, i giovani musicisti e gli studiosi che in questi anni si sono affaccendati a riscoprire un patrimonio spesso relegato alla pura trasmissione orale ma che ha saputo sopravvivere con vitalità fino ai giorni nostri.

Chi si avventura in questo mondo di suoni e di poesia, di danza e di magia scoprirà subito che oltre al vorticare delle gonne, al suono di violini ed organetti, la pizzica rappresenta anche un vasto patrimonio poetico, rappresentato dalle canzoni che accompagnano spesso il ballo. Canzoni che in molti casi sono vere e proprie poesie, come Kali Nifta, una canzone in greco salentino, una lingua tuttora parlata da una minoranza di lingua greca tuttora molto viva e presente nel Salento.

Una canzone d’amore per la propria bella che non sembra voler corrispondere a tanta passione.

Pizzica Kali Nifta

Tien glicea tusi nifta ti en òria
cìevò plonno pensèonta ‘ss’esena
C’ettù mpì ‘s ti ffenèstra ssu agàpi mu
tis kardia mmu su nifto ti ppena.
Larilò larilò lallerò, larilò larilò llà llà……
Evò panta ss’esena penseo
jati ‘sena, fsichi mmu ‘gapò
ce pu pao, pu sirno, pu steo
sti kkardìa panta sena vastò
Larilò larilò lallerò, larilò larilò llà llà……
Kali nifta se finno ce pao
plaia ‘su ti vo pirda prikò
ma pu pao, pu sirno pu steo
sti kkardia panta sena vastò.
Larilò larilò lallerò, larilò larilò llà llà……

Tien glìcea tusi nìfta, ti en òria

C’ evò e’ plonno pensèonta ‘ss’esèna,
C’ettu-mpì ‘s ti’ ffenèstra-ssu, agàpi-mu,
Sti kardia-mu su nìfto ti ppena.

Evò panta ss’èsena penseo
jatì’ sena, fsichi-mmu ‘gapò
Ce pu pao, pu sìrno, pu steo,
sti kkardia panta sena vastò.

Lalallalalero……..

C’isu mai de m’agapise, oriamo
e su ponise mai pu se mena;
mai citt’orria chili su en onitse
na mu pi loja agapi vloimena

T a’steracia, pu panu, me vlepune
Ca mo fèngo frifizzun nomena,
Ce jelù ce mu leone: ston anemo
ta traudia pelisi, i chamena.

Lalallalalero……..

Kalì nifta se finno ce pao
plaia ‘su ti vo pirta prikò
ma pu pao, pu risno pu steo
sti kkardìa panta seno vastò


traduzione
Com’è dolce questa notte, com’è bella
e io non dormo pensando a te
e qui sotto la tua finestra, amore mio
del mio cuore ti apro la pena

Io sempre a te penso,
perchè te, anima mia, amo,
dove io vada, o fugga, o stia
te sempre porto nel mio cuore

Lalallalalero……..

E tu mai mi hai amato, mia bella,
non hai mai avuto sofferenza da me
non hai mai aperto queste tue belle labbra
per dirmi parole benedette d’amore

Le stelline dall’alto mi guardano
e di nascosto parlano con la luna
sorridono e mi dicono: “al vento
le canzoni fatte sono perdute”

 

Dedicato all’amata anche il brano “Sia benedetto ci fice lu munnu”, un canto di ringraziamento al creatore che tra le tante cose bellissime ha anche creato gli splendidi occhi della propria amata.

Sia benedetto ci fice lu munnu
Comu lu seppe bello a situare.
Fice la notte, poi fice lu giurnu
E po la fattu criscere e mancare,
fice lu mare tantu cupu e funnu
ogni vascello pozza navigare.
Fice lu sule e poi fice la luna
Poi fice l’occhi de la mia patrona.
Fice lu sole e poi fice ‘na stella
Poi fice l’occhi toi cara mia bella.

Molto bello anche il brano “U rusciu tu mare” che nella rappresentazione di un giovane che ascolta il gradidare delle rane nella palude come se fosse il brusio delle onde del mare pensa con malinconia al suo amore per la figlia del re, un amore che mai potrà essere corrisposto, a causa delle differenze di status sociale tra i due.

Na sira ieu passai te li patuli,
e ‘ntisi le cranocchiule cantare.
A una una ieu le sintia cantare,
ca me pariane u rusciu te lu mare.
U rusciu te lu mare e mutu forte,
la fija te lu re se ta alla morte.
Iddha se ta alla morte e ieu alla vita,
la fija te lu re sta se ‘marita.
Iddha sta ssè ‘marita e ieu me ‘nzuru,
la fija te lu re me ta nu fiuru.
Iddha me ta nu fiuru e ieu na parma,
la fija te lu re sta ba alla Spagna.
Iddha sta bbà alla Spagna e ieu n’Turchia,
la fija te lu re la zzita mia.
E vola vola vola, colomba, vola,
e vola vola vola, colomba mia….
….ca ieu lu core meu te l’aggiu ddare
E vola vola vola, colomba, vola,
e vola vola vola colomba mia….
….ca iue lu core meu, te l’aggiu datu.

Bedda ci stai luntanu” è una vera e propria serenata nella quale chi canta ricorda alla propria amata lontana che il suo cuore è sempre vicino, e che ciò che sente, il freddo come il caldo o il soffiare del vento, e ciò che vede, come le onde del mare, non sono altro che i sospiri, l’ardore, la passione che l’innamorato sente per la propria amata cui pensa ardentemente anche nella lontananza.

Bella, se stai lontano e vuoi vedermi
affacciati alla finestra di ponente
se senti freddo sono i miei sospiri
se senti caldo è questo cuore ardente
se onde vedi a mare non le temere
sono di lacrime fiumi correnti
e se nell’aria senti voci e lamenti
sono io che ti chiamo e non mi senti
al mio paese si fila l’oro
li si mangia sempre pane di grano

Stewart Copeland e la pizzica

La riscoperta della pizzica, che ormai segna ampiamente il decennio, ha lasciato strascichi molto interessanti nelle potenzialità musicali e culturali di quello che un tempo era considerato come un retaggio di antichi culti pagani destinato a disperdersi con l’avvento della modernità.

Se è vero che oramai l’immagine delle lunghe file di donne affette dalla puntura del ragno fuori dalla chiesa di San Paolo a Galatina è ormai un ricordo, la musica che accompagnava il rituale terapeutico di esorcizzazione del male è invece diventata uno dei capisaldi non solo della cultura e della creatività musicale della gente salentina, ma anche un campo di sperimentazioni e di frequentazioni che ha coinvolto anche artisti stranieri di fama mondiale.

E’ il caso di Stewart Copeland, ex batterista del gruppo dei Police, uno dei maggiori complessi rock nati sulle orme del punk alla fine degli anni ’70, che, invitato come percussionista durante il festival de “La notte della Tarantola” del 2003 a Melpignano, si è innamorato profondamente della pizzica al punto di diventarne non solo un abile esecutore, ma anche un promotore insieme ad altri importanti musicisti nel campo della sperimentazione musicale ed artistica. Il suono indiavolato dei tamburelli, i ritmi frenetici, le reminiscenze pagane sono alcune tra le suggestioni che hanno così tanto affascinato il musicista britannico.

Se vogliamo c’è un filo conduttore che sembra legare Copeland, il Salento e la musica, non è egli stesso infatti stato uno dei primi musicisti bianchi ad utilizzare le sonorità delle percussioni del reggae nella musica rock?

E non è, la musica reggae un altro degli esempi eccellenti dell’espressione culturale e creativa dei giovani salentini?

Case vacanze nel Salento e appartamenti

E’ da almeno venti anni che il Salento è diventato uno dei poli di attrazione per chi vuole trascorrere una vacanza ricca di emozioni e di fascino. Questa terra ha saputo infatti rivelarsi agli occhi del pubblico italiano ed internazionale per il suo patrimonio culturale artistico e naturalistico, racchiuso nelle splendide cittadine ricche di storia e di arte, come Lecce e le sue piazze barocche, Otranto e Gallipoli, Nardò, o nei suoi litorali che si aprono in spiagge immense e candide come quelle tropicali, o in aspri e selvaggi panorami di scogliere ed anfratti rocciosi.

O ancora nello spettacolare paesaggio dell’entroterra, con le sue terre rosse e gli uliveti, i vigneti e le antiche vie della pastorizia e della cultura contadina.

La bellezza del Salento e l’afflusso sempre più numerosi di turisti e viaggiatori, attirati qui dalle tante bellezze che il territorio sa offrire, sono stati i motori dello sviluppo esponenziale dell’industria del turismo in questa regione della Puglia. Un’industria che, nata solo di recente, è riuscita a coniugare con armonia l’esigenza di accogliere ogni anno sempre più ospiti e nello stesso tempo salvaguardare e rispettare ambiente e territorio.

Case vacanze in Salento e appartamenti sono diventati una risorsa sempre più disponibile per chi sceglie questa come meta delle proprie vacanze estive. Una tra le sistemazioni più interessanti per trascorrere le proprie vacanze in Salento le case vacanze e gli appartamenti rappresentano così l’occasione migliore per approfondire la conoscenza di un territorio ricco di sorprese. Da non dimenticare infatti che oltre al patrimonio storico ed artistico ci sono anche altri aspetto del Salento che si potranno ammirare, non solo durante l’estate ma per tutta la durata dell’anno solare.

In primo luogo la cultura locale, che ha una delle sue espressioni d’eccellenza nella tradizione popolare della pizzica, una danza tradizionale un tempo utilizzata come strumento terapeutico per curare le tarantolate ed oggi riscoperta dai giovani come prezioso ed affascinante momento di svago, divertimento e cultura.

La pizzica è al centro di eventi molto importanti, come il festival che si tiene ogni anno a Melpignano nella seconda metà di agosto, diventato da qualche anno un appuntamento cui partecipano migliaia di persone. Un evento che in pochi anni ha saputo stimolare l’interesse anche al di fuori dei confini regionali o nazionali, anche grazie al fatto che sono stati molti, in questi dieci anni di vita del festival, gli artisti di fama internazionale che hanno partecipato alla manifestazione, cimentandosi con le asprezze e le sonorità indiavolate che contraddistinguono la pizzica.

Un altro aspetto di sicuro interesse per chi è in vacanza nel Salento è la cucina locale. Tantissimi i piatti tradizionali, e ricchissima l’offerta di alimenti genuini, provenienti dalle pescose acque del Mediterraneo e dalla terra fertile dove da millenni si coltivano pregiati prodotti come le olive e l’uva, gli ortaggi e la frutta. Indimenticabile il sapore dell’olio extravergine di oliva, e dei vini locali, che da qualche anno sono riusciti a conquistare il cuore ed il palato di moltissimi estimatori, in Italia come all’estero, nonché premi ed i marchidi qualità DOP e DOC. Sapori genuini ed intensi che contribuiscono a rendere ancor più piacevole il soggiorno e la vacanza in Salento.

Il capodanno nel Salento

Sebbene per molti il Salento sia associabile all’idea delle vacanze estive, il Salento in realtà è una di quelle regioni che ha molto da offrire a visitatori e turisti durante il corso dell’intero anno solare. E’ vero che un mare da sogno come quello che si affaccia davanti alle coste salentine è sicuramente più piacevole e fruibile durante la calda stagione estiva, che qui inizia decisamente presto, alla fine di aprile, e termina molto avanti nella stagione, fino alla metà di ottobre almeno.

Ma la ricchezza dei panorami costieri e dell’entroterra, il pregio delle città d’arte salentine e la ricchezza delle tradizioni culturali e popolari fanno del Salento una regione vivibile ed apprezzabile tutto l’anno. Come non citare per esempio la Pasqua, che qui in Salento è al centro di celebrazioni molto appassionate e seguite dalla popolazione locale, come le processioni religiose della settimana santa, il pranzo tradizionale della domenica di Pasqua e le sagre popolari numerosissime nel periodo.

Gallipoli
Gallipoli

Ed anche il capodanno riserva bellissime sorprese a chi si volesse avventurare in territorio salentino. Il capodanno in Salento offre infatti interessanti appuntamenti legati alla storia ed alla cultura locale, molti dei quali caratterizzati dalla rappresentazione simbolica del passaggio dal vecchio al nuovo anno.

Tanti i falò, che illuminano la fredda notte dell’ultimo dell’anno, in cui vengono bruciati fantocci e manichini che rappresentano l’anno vecchio che se ne va. Tanti anche gli spettacoli affascinanti dei fuochi d’artificio, che illuminano di mille colori l’inquieto movimento delle onde del Mediterraneo.

Non mancano appuntamenti affascinanti con la musica ed il ballo: come da tradizione, dopo il ricco cenone di fine anno, che offrirà la possibilità di gustare molti piatti tipici di una cucina ricca e genuina, immancabile è l’appuntamento nella piazza principale di paesi e cittadine, dove la folla scandirà insieme lo scoccare degli ultimi secondi che ancora separano dal nuovo anno, si scambierà gli auguri e si ritroverà a ballare al suono di musiche tradizionali come la celebre pizzica o di concerti dal vivo nei palchi allestiti dalle amministrazioni cittadine.

Gallipoli ed Ugento, Torre Vado e Santa Maria di Leuca, Nardò, Lecce ed Otranto sono solo alcune delle località da esplorare durante il periodo ci feste e di celebrazioni che vanno dal Natale al Capodanno.

Un patrimonio di tradizioni di arte e di cultura imperdibile ed emozionante che saprà offrire ai visitatori un periodo di vacanza a capodanno davvero indimenticabile.

La riscoperta del territorio salentino da parte di un pubblico sempre più vasto ha stimolato con forza la crescita delle infrastrutture turistiche e di accoglienza, così che, tra case vacanze in Salento, appartamenti per le vacanze, hotel, alberghi e pensioni, sono tantissime e davvero svariate le possibilità di trovare una sistemazione e delle interessanti offerte di capodanno per le proprie vacanze di Capodanno in Salento adatte alle proprie esigenze.

Il griko e la minoranza linguistica greca in Salento

La permanenza della minoranza di lingua greca nel Salento è uno degli esempi di quanto questa regione abbia saputo conservare, a dispetto di tutte le pressioni e le spinte colturali, tratti caratteristici di antiche tradizioni culturali. Le origini della parlata greca in Salento, che oggi si sviluppa in un territorio circoscritto di circa 30 mila persone, sono molto discusse.

Alcuni studiosi lo fanno risalire all’antica presenza dei coloni greci nel territorio, mentre altri ne identificano la nascita e la diffusione intorno al decimo undicesimo secolo, quando i bizantini conquistarono ampi territori dell’Italia Meridionale sottraendoli all’influenza longobarda ed araba.

Al seguito dei bizantini si diffusero sul territorio anche i culti legati ai santi orientali, ancora oggi venerati in molti paesi, e, fino almeno alla metà del 1500 la convivenza tra i culti ortodossi e cattolici sarà abbastanza armoniosa, contribuendo alla diffusione ed alla conservazione del greco utilizzato durante le funzioni religiose ortodosse.

Gradualmente, con la soppressione del rito ortodosso, e con la tendenza della popolazione, soprattutto benestante, ad usare la lingua italiana invece del dialetto greco, considerato retaggio di una cultura arretrata e di appartenenza alle classi sociali più umili, il griko ridurrà la sua area di influenza a non più di una ventina di paesi.

E’ importante sottolineare che si tratta di una lingua che ha lasciato poche tracce scritte, e che quindi nel corso del suo sviluppo si è fortemente contaminata con la lingua italiana. Tuttavia la sua presenza è ancora viva e suggestiva in molti canti e stornelli, in proverbi ed in espressioni linguistiche, che oggi vengono trattate con estremo riguardo dagli studiosi ed anche dalle autorità locali per conservarne il prezioso patrimonio storico e culturale che rappresenta.

La “taranta d’acqua” di San Vito dei Normanni

San Vito dei Normanni rappresenta una delle tradizioni più originali e particolari del fenomeno culturale e rituale della pizzica, con una variazione rispetto a quella esistente nelle altre parti del Salento, caratterizzata dal fatto di essere totalmente priva di influenze e riferimenti alla tradizione cristiana.

Uno sviluppo autonomo ed originale che ha fatto si che ancora nel corso dell’ultimo secolo tale fenomeno fosse ancora riconosciuto e praticato essenzialmente nelle sue linee direttrici originali, ovvero quello di essere un ballo terapeutico ed esorcizzante del malessere che colpiva chi fosse stato colpito dal morso della tarantola, mentre in altre parti del territorio tale funzione curativa della pizzica era già scomparso.

La tradizione vuole che a San Vito dei Normanni il ballo liberatorio per far scomparire il male debba essere eseguito nell’acqua, una tradizione originale che non ha eguali in altre zone del Salento.
Tale particolarità fa riferimento ai diversi modi in cui la cultura popolare ha identificato il morso del ragno, ed i suoi effetti sull’uomo, che in generale tende ad assumere, così come avviene per altri fenomeni analoghi di morsi o punture di animali, siano essi fantastici o reali, come per esempio il licantropismo che trasforma l’uomo in lupo, il vampirismo, la rabbia trasmessa dai cani, il carattere del ragno che l’ha colpito con il suo veleno.

Così la puntura del ragno poteva scatenare una sensibilità accesa per un certo tipo di musica o addirittura di ritmo, poteva esacerbare la sensibilità per alcuni colori, poteva preferire una sorta di lamento funebre invece della musica dei tamburelli o ancora, come avviene appunto nella taranta d’acqua di San Vito, avere una preferenza per l’acqua.